Con l’interrogazione a risposta scritta n. 4/01271 (leggi il testo completo) abbiamo chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministro dell’Ambiente se siano a conoscenza delle gravi criticità riguardanti l’appalto della Filovia Pescara-Montesilvano e se ritengano, nell’ambito delle rispettive prerogative e competenze, di attivarsi per valutare l’opportunità di proseguire la realizzazione di un’opera fortemente controversa, invisa ai cittadini che gravitano sul tracciato riservato e che costituiscono, principalmente, i potenziali fruitori del servizio, tanto più che l’opera, ancorché destinataria di un cospicuo finanziamento pubblico, appare priva dei fondamenti tecnico-economici a presidio di un equilibrato rapporto costi/benefici per la Comunità, in netto contrasto col dettato della Legge n. 211 del 26 febbraio 1992.

A Pescara, da oltre due anni, un buon numero di Associazioni e Comitati si batte contro la messa in opera del sistema di trasporto pubblico elettrificato denominato TPL Pescara-Montesilvano, consistente in una filovia di soli 5,750 km di percorso dal costo stimato di 31 milioni di euro.

Il finanziamento, disposto ai sensi della Legge n. 211 del 26 febbraio 1992, è stato infatti accordato dal CIPE alla Stazione appaltante in assenza del prescritto “parere favorevole” della Commissione di Alta Vigilanza (CAV).

Sussiste poi un’accertata inadeguatezza strutturale del tracciato riservato, dal momento che il sottofondo della c.d. “Strada Parco” (ex tracciato della linea ferroviaria adriatica) è privo del necessario basamento in calcestruzzo armato cui ancorare stabilmente i markers magnetici della guida automatica vincolata in dotazione al rotabile.

Il progetto, peraltro, non è mai stato assoggettato alla procedura V.I.A., ancorché dovuta, anche ai sensi della vigente normativa ambientale comunitaria. Attualmente è in corso una procedura (tardiva) di Screening di VIA a sanatoria.

Ulteriori criticità dell’appalto attengono alle difformità tecniche che sarebbero state riscontrate tra il veicolo offerto in gara, sulla carta a guida magnetica vincolata e a tecnologia altamente innovativa in grado di surclassare i rotabili proposti dalle altre due ditte concorrenti, ed il Phileas effettivamente consegnato in deposito alla Stazione appaltante GTM il 19 novembre 2011.

Dopo il tanto declamato impiego di alta tecnologia – con un investimento che supera di tre volte quello di una filovia tradizionale (la Commissione di Alta Vigilanza aveva valutato in 10 milioni di Euro il costo di una filovia convenzionale di appena 8 Km in luogo dei 31 milioni erogati dal CIPE il 19 dicembre 2002), viene nei fatti fornito un obsoleto filobus sulla tratta riservata, dal devastante impatto ambientale sul pregevole stato dei luoghi, che si trasforma poi in un normale autobus a gasolio nel centro cittadino, per di più dall’altissimo inquinamento atmosferico procurato dall’abnorme consumo di carburante (1 Km/litro).

Ciò, in evidente contrasto con le prescrizioni del Ministero dei Trasporti, di cui alla Relazione n. R.U. 59885 (TIF5)/211 PE del 6 dicembre 2006, pag.14, e con quanto risultante in sede di gara, laddove l’appalto era stato indetto e vinto con l’aggiudicazione di una commessa di 25 milioni di Euro, volta alla creazione di un sistema innovativo a tecnologia avanzata per il trasporto pubblico locale di massa a bassissimo inquinamento atmosferico.