In base ad un codice etico per promuovere la cultura della legalità e della trasparenza negli enti locali, sottoscritto da Luciano D’Alfonso, questi dovrebbe dimettersi un istante dopo la sua, eventuale, elezione come presidente della Regione Abruzzo, dato che risulta ad oggi imputato per corruzione nel processo “Housework”. Come se ciò non bastasse emerge un’altra questione in grado di porre serie perplessità sulla candidatura di D’Alfonso.

Il 15 febbraio 2008 la Procura della Repubblica di Pescara aveva sequestrato nell’ufficio dell’imprenditore Di Nardo un dossier relativo alla «Suprema Militia Equitum Templi», un’associazione di cui non risultano chiari gli obiettivi e non si comprende se sia paragonabile ad una loggia massonica ovvero ad una associazione di promozione sociale. Nel dossier veniva trovata una lettera in cui Di Nardo era nominato “commandeur” per la Regione Abruzzo e 2 elenchi di nominativi:
in uno dei due elenchi si trovavano nominativi di imprenditori, politici, militari, giudici e professionisti, fra cui Luciano D’Alfonso e il suo braccio destro, Guido Dezio. Nel fascicolo della procura della Repubblica di Pescara mancherebbe il secondo elenco di nominativi che non è mai stato, purtroppo, sequestrato.

Il primo elenco è stato recentemente recuperato dalla polizia giudiziaria in quanto contenente anche il nome di Angelo Radoccia, classificato nella lista stessa come magistrato. Ciò che desta stupore è infatti che l’unico Radoccia magistrato in Abruzzo si chiama Italo e che, soprattutto, è il giudice che pochi mesi fa ha assolto D’Alfonso dall’accusa nel processo di Ecosfera.

Al fine di fare chiarezza e di individuare potenziali pericoli per la pubblica sicurezza e il buon andamento della pubblica amministrazione, ho depositato l’interrogazione a risposta orale n. 3-00782 (leggi il testo) per chiedere al Ministro dell’Interno di rendere noti gli obiettivi e le iniziative della «Suprema Militia Equitum Templi» e soprattutto i suoi affiliati (compresi quelli del secondo elenco mancante), le loro relazioni, più o meno vaste e più o meno in conflitto d’interesse, nonché per sollecitare il Ministro della giustizia a promuovere iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari eventualmente interessati.

Nel frattempo, oggi è uscito su Il Fatto Quotidiano un articolo basato sulla mia interrogazione. Da notare che l’unica testata che, a suo tempo, ha parlato della questione fu PrimaDaNoi.it primo quotidiano on line per L’Abruzzo e nessun altro.