La Proposta di legge n. 2643 “Modifiche alla legge 31 dicembre 2012, n. 247, in materia di ordinamento della professione forense“, presentata il 23 settembre 2014, intende modificare le disposizioni introdotte dalla recente riforma dell’ordinamento della professione forense, ritenuta censurabile sotto molteplici profili.
La riforma fatta nel 2012 è infatti stata più che altro una restaurazione ampliando la divisione classista degli avvocati, favorendo i grandi studi a discapito dei piccoli studi dei giovani (ma anche meno giovani) avvocati.
I punti principali riguardano:
- abrogazione dell’obbligatorietà dell’iscrizione alla Cassa Forense, che rischia di far espellere circa 60.000 avvocati dalla professione;
- abrogazione dell’albo dei cassazionisti;
- abrogazione del titolo di specialista e dell’obbligo di formazione che, così come strutturato, si è rivelato totalmente inutile;
- abrogazione dell’obbligo di stipula dell’assicurazione così da abbassare il costo dell’assicurazione stessa;
- re-introduzione del patto di quota lite, tale da garantire meno costi per i clienti;
- suddivisione degli albi in 3 settori della professione forense, ognuno per ogni giurisdizione: amministrativo, civile e penale;
- vista la suddivisione si propone un deciso restyling dell’esame di abilitazione alla professione, cercando di renderlo più meritocratico e non aleatorio, favorendo chi svolge davvero una proficua e reale pratica forense;
- si aboliscono i requisiti della abitualità, effettività e continuità della professione forense al fine di rimanere iscritti al relativo albo;
- si disciplina un contratto di lavoro per gli avvocati che operano in altri studi legali;
- si estende l’eleggibilità al Consiglio Nazionale Forense rispetto agli odierni requisiti.