Dal 4 maggio si discuterà in Commissione il Decreto-Legge “Liquidità”. Come Deputato di maggioranza, in alcuni casi a sola mia prima firma, in altri a firma anche di altri Colleghi, ho ritenuto necessario presentare 9 emendamenti che credo possano migliorare il decreto legge e affrontare alcune questioni che probabilmente avrebbero dovuto aver risposta anche prima.
Tre sono sostanzialmente gli ambiti nei quali ho ritenuto doveroso intervenire:
– i Finanziamenti garantiti dallo Stato attraverso il Fondo di garanzia PMI (art. 31);
– le disposizioni in materia di liberi professionisti ed in materia di giustizia (art. 34, 35 e 36);
– il sistema dell’otto per mille (art. 43bis).
8 PER MILLE
Questa è sicuramente una modifica che si sarebbe già dovuta fare da tempo immemore come anche richiesto, in varie relazioni, dalla Corte dei Conti.
Come già sottolineato nella mia intervista al Fatto Quotidiano, parliamo di oltre 800 milioni di euro all’annoche potrebbero finire nelle casse dello Stato. Stante le evidenti problematiche finanziarie, finalmente prevedo che le scelte non espresse dell’8 per mille vengano date solo a quest’ultimo e non più alle confessioni religiose in base alle preferenze già ottenute. In molti casi, tra il 58 e il 60 per cento i cittadini non fanno una scelta e così quei soldi vengono dirottati e divisi tra le preferenze espresse. Credo che un cittadino che voglia donare i propri soldi debba farlo esplicitamente, in caso contrario sarà lo Stato ad utilizzarli.
Grazie a questo emendamento potremmo recuperare una somma ingente da destinare alle esigenze dei cittadini e delle imprese.
FONDO DI GARANZIA DELLE PMI
Riguardo il Fondo di Garanzia delle PMI le modifiche che ho richiesto sono le seguenti:
1) inserimento del Bilancio 2019 (relativo all’anno fiscale 2018) quale indicazione per calcolare la percentuale sul fatturato (comma 1, lettera c, n. 2). La norma va chiarita in quanto ha creato alcune perplessità.
2) aumento dal 10% al 30% del plafond disponibile a favore delle imprese che hanno già in essere finanziamenti (comma 1, lettera e). Tante se non tutte le aziende anche sane hanno nei bilanci finanziamenti, per innovare, ad esempio, molte imprese fanno richiesta di credito. E’ impensabile pertanto limitare il finanziamento a chi ha in essere già dei prestiti, come prevedo nel mio emendamento, almeno il plafond disponibile va aumentato.
3) prevedere dei finanziamenti specifici per il settore ristorazione (Codice Ateco 56) che sarà uno dei più colpiti in futuro. A differenza di ciò che è previsto all’art. 13 nella mia proposta i finanziamenti che potranno essere richiesti dovrebbero essere calcolati sul:
- a) triplo della spesa salariale annua aumentata dei costi di locazione;
- b) sul 40% dell’ultimo fatturato disponibile;
prevedendo però che il 40% di tale finanziamento venga corrisposto dopo 6 mesi a patto che l’attività sia effettivamente aperta e che il personale, nonché gli oneri sociali, sia stato effettivamente pagato.
LIBERI PROFESSIONITI E GIUSTIZIA
Per ciò che concerne il mondo dei liberi professionisti e della giustizia ho proposto che:
1) sia possibile la cessione del credito pro-solutoalle Casse di previdenza privatizzate delle liquidazioni relative al Patrocinio a Spese dello Stato, con un costo applicato del 2% sul valore del credito che i professionisti potranno utilizzare come credito d’imposta;
2) prevedere che tutte le udienze civili si facciano mediante collegamenti da remoto, ad eccezione di quelle in cui è obbligatoria la presenza delle parti o dei testi, in modo che non ci siano più rinvii inutili;
3) prevedere che l’indennizzo relativo ai Fondi di ultima istanza venga effettuato anche a favore di coloro che beneficiano di una pensione di invalidità.
Emendamenti di puro buon senso in un momento di crisi sanitaria ed economica a cui spero tutte le forze politiche possano aderire.