EMERGENZA INCENDI, GOVERNO E REGIONE ABRUZZO ASSENTI!

L’emergenza incendi che le regioni meridionali del nostro Paese stanno fronteggiando in questi giorni, sta colpendo anche diverse province della Regione Abruzzo.
In particolare, nella tarda mattinata dell’11 luglio 2017, un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato a Caramanico Terme, in località Colle della Rena, tra le contrade San Tommaso e Scagnano, al confine con San Valentino in Abruzzo Citeriore.
In base ad un primo bilancio tracciato dal sottosegretario alla presidenza della giunta regionale che si occupa di Protezione civile, Mario Mazzocca, sono circa sessanta gli ettari di terreno andati in fumo. Lo stesso, ha sottolineato, inoltre, che “con due Canadair sarebbe stato più semplice fronteggiare la situazione”.
Ma i tagli in questi anni fatti dai governi di centrodestra e centrosinistra, hanno ridotto drasticamente le risorse.
Purtroppo l’aiuto del Canadair è arrivato addirittura dalla Sardegna, solo nel tardo pomeriggio (i velivoli non possono volare con il buio). Ciò che emerge è che, inoltre, la regione Abruzzo si era addirittura dimenticata di firmare la convezione con i Vigli del Fuoco. Come sempre i nostri governanti abruzzesi se ne accorgono sempre dopo gli eventi e, fortunatamente, questa volta non è accaduta una tragedia (le fiamme hanno rischiato di lambire le case).
Questa emergenza sta creando ingenti danni al patrimonio boschivo, alla macchia mediterranea, oltre che seri disagi e rischi per la stessa incolumità fisica della collettività e le regioni stanno facendo un’enorme fatica a gestire tutto ciò.
Abbiamo chiesto al Governo, depositando un’interrogazione a mia prima firma, di conoscere quali siano le azioni che vuole mettere in campo per intervenire immediatamente per aiutare il nostro territorio ma, soprattutto, cosa vogliono fare per evitare che tali eventi accadano e come investire risorse per evitare che degli incendi possano propagarsi se non possediamo mezzi anti-fuoco come Canadair ed elicotteri a sufficienza.

Mette alla luce il figlio ed entra in coma: ennesimo caso di malasanità per errore medico

Ennesimo caso di malasanità in Calabria dove da oltre ventidue mesi una donna, dopo aver partorito il primogenito, è entrata in coma per un grave errore sanitario. Dalla consulenza tecnica disposta dal pubblico ministero risulterebbe, infatti, che l’accaduto sia riconducibile al comportamento imperito e negligente assunto dall’anestesista durante il parto cesareo.

La triste vicenda, già di per sé grave, rischia di rimanere impunita dal momento che pochi mesi dopo l’accaduto l’anestesista è deceduta e la procura, essendo ella ritenuta l’unica responsabile, ha chiesto l’archiviazione dell’indagine ignorando due elementi fondamentali: in primo luogo, che la dottoressa da diversi anni  presentava un quadro clinico contrassegnato da comportamenti ispirati a un misticismo esasperato e in ragione del quale, già nel 2012, era stata sottoposta a procedimento disciplinare che, per motivi non chiariti, era stato archiviato; in secondo luogo, che l’evento si è verificato all’interno di una sala operatoria nella quale erano presenti altri quattro soggetti professionisti tenuti a svolgere attività medico-chirurgica in équipe e, dunque, in costante collaborazione e interazione.

La vicenda ha dell’assurdo se solo si pensa che le problematiche comportamentali dell’anestesista avrebbe dovuto obbligare i vertici dell’azienda sanitaria e il primario della rianimazione (diretto superiore dell’anestesista) a licenziarla o sospenderla dal servizio o, quantomeno, ad inibirle di operare in area di emergenza già dal 2012.

Ritenendo che la condotta omissiva dei vertici sanitari, ponendosi come antecedente causale ai fatti succeduti, sia fonte di una responsabilità autonoma e correlata agli eventi che non può e non deve passare inosservata e temendo che la vicenda descritta possa non costituire un caso isolato, ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della salute chiedendo di promuovere un’ispezione presso l’Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro per verificare perché non furono adottati i giusti provvedimenti nei riguardi della dottoressa e se vi siano stati altri casi in cui il suo comportamento abbia provocato danni o decessi ai pazienti del medesimo ospedale.

Link all’interrogazione


Malasanità a Roma, continuano le morti sospette

Negli ultimi anni si sono verificati, in tutta Italia, molti casi di decesso a seguito di infezione nosocomiale da Klebsiella pneumonia (un batterio, potenzialmente letale, che si può contrarre in ospedale).

Già nel 2014, essendo venuto a conoscenza di una morte atroce avvenuta dopo mesi di sofferenza e causata da una infezione di Klebsiella, ed avendo saputo dai parenti della vittima che altre persone, nel medesimo reparto, erano state infettate durante lo stesso periodo, ho presentato una interrogazione al Ministro della Salute, chiedendo che disponesse una ispezione ministeriale ma, allo stato, non ho avuto nessuna risposta.

Link alla prima interrogazione al Ministero della Salute

Avevo chiesto anche alla Procura di indagare se ci fossero state altre morti sospette da klebsiella, ma nulla ha fatto nemmeno la Procura di Roma.

Nelle ultime settimane mi sono stati segnalati altri due casi simili verificatisi sempre presso il Policlinico Umberto I di Roma. Due persone che, anche a causa dell’infezione, sono morte lasciando costernazione in tutti i propri familiari.

Scoprire da dove derivi una infezione da klebsiella è molto difficile senza una ispezione dei Nas ed un controllo accurato da parte degli ispettori. Possiamo però dire che le infezioni opedaliere dipendono molto dalla vetustà dei nostri ospedali, dalla scarsa manutenzione degli stessi (pensiamo ai condotti dell’aria condizionata che sono un veicolo privilegiato delle infezioni ospedaliere) ed anche da una cattiva organizzazione degli accessi del personale sanitario nonchè dei familiari.

Proprio per capire cosa è successo, ma soprattutto per evitare nuovi decessi, ho presentato un’altra interrogazione indirizzata al Ministro della Salute dove ho denunciato questi due nuovi casi, chiedendo al più presto una ispezione ministeriale presso il Policlicnico e notizie verificate per sapere, in questi tre anni, quante persone sono morte a Roma a causa della Klebsiella.

Link alla seconda interrogazione al Ministero della Salute


Interrogazione su pericolosa segnaletica a Pescara

Dal 1° luglio 2015 sul tabellone luminoso all’ingresso della galleria sulla tangenziale al confine tra Pescara e Montesilvano, direzione Montesilvano, è spesso presente il messaggio: «Alt fermarsi, elevato valore inquinanti in galleria», affiancato a un gigante segnale di divieto d’accesso.

Questo allarme si ripete all’uscita del tunnel.

Nel secondo caso chi percorre la tangenziale può scegliere di evitare di infilarsi nel tunnel definito «inquinato», seppur con una manovra che potrebbe risultare troppo repentina e pericolosa.

Nel primo caso citato è invece impossibile. Il tabellone, infatti, è posto a pochissimi metri dalla galleria mentre l’unica «via di fuga», l’uscita per Pescara Colli, si trova almeno un km prima e lì l’Anas non ha posto nessuna indicazione.

Da diverse segnalazioni abbiamo saputo che numerosi cittadini, davanti all’allerta hanno istintivamente «inchiodato», per poi dover forzatamente imboccare il tunnel «vietato» e tale pratica è ovviamente molto pericolosa per l’incolumità di tutti coloro che percorrono quella strada.

Inoltre, nonostante il cartello di divieto di accesso, non risulta che la galleria sia veramente chiusa al traffico.

Abbiamo quindi chiesto se il Ministro dei Trasporti sia a conoscenza dei fatti in premessa e, se la galleria è effettivamente aperta, quali siano le ragioni che hanno portato all’introduzione di una segnaletica così pericolosa per l’incolumità pubblica.

Abbiamo anche chiesto se il Ministro intenda intraprendere iniziative al fine di chiarire se vi siano concreti pericoli per la salute pubblica in prossimità o all’interno della galleria e se intenda assumere iniziative e acquisire dati sull’inquinamento all’interno della galleria stessa.

Qui puoi leggere l'intera interrogazione e i firmatari.


Interrogazione su presunte irregolarià nel Concorso in Magistratura

E’ emersa da fonti di stampa una gravissima denuncia relativa alla seconda giornata del concorso in magistrura 2015 e, in particolare, alla assegnazione della traccia in materia di diritto civile.

Parrebbe, infatti, che la formulazione della traccia sia stata pilotata al fine di favorire i partecipanti di uno dei costosi corsi privati di preparazione al concorso.

Circostanza, questa, che pare confermata dal fatto che gli stessi organizzatori del corso in questione, poche ore dopo la lettura della traccia, esultavano: «Centrato l’argomento» e, in ottica pubblicitaria, segnalavano la forma «praticamente identica» rispetto ad una traccia affrontata dai docenti del loro corso di preparazione.

Ad insospettire i partecipanti è stato soprattutto l’oggetto della prova: «Negoziazione degli strumenti finanziari, alea contrattuale e funzione speculativa. Profili di meritevolezza». Un argomento molto particolare, molto specifico, al confine con il diritto bancario e dei valori immobiliari, che però era stato trattato proprio in uno dei costosi corsi di preparazione all’esame.

Per questi motivi ho chiesto al Ministro della Giustizia:

  • se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e ritenga legittima la possibilità che nella commissione del concorso della magistratura 2015 vi siano soggetti che collaborano con case editrici «collegate» a uno dei costosi corsi privati per il concorso in magistratura;
  • se il Ministro sia intenzionato ad intraprendere delle iniziative volte a verificare la fondatezza dei fatti denunciati, ad impedire il verificarsi di situazioni analoghe e se, nel frattempo, ritenga necessario annullare la seconda prova del concorso in questione

Trovate qui il contenuto completo della mia interrogazione al Ministero


Interrogazione su alcuni decessi avvenuti al Policlinico “Umberto I” di Roma

Ho depositato un’interrogazione per accertare le cause di alcuni decessi avvenuti al Policlinico “Umberto I” e chiedendo espressamente l’intervento del Ministero della Salute.

Nel Giugno 2013 a Roma, dopo giorni di calvario, una donna è deceduta a seguito di un’infezione nosocomiale da Klebsiella pneumonia presso il Policlinico Umberto I, Dipartimento di Chirurgia ‘Pietro Valdoni’.

Dal momento che non risulta siano state adottate misure atte a prevenire il diffondersi dell’infezione, né è noto se la direzione sanitaria abbia intrapreso le necessarie verifiche presso le sale operatorie, circa il mantenimento della carica batterica, chiediamo al ministro della Salute di fare chiarezza sul caso e se si sia trattato di un evento isolato o meno.

Nell’atto parlamentare chiedo se il ministro Lorenzin abbia già disposto un’ispezione da parte del Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute, con relativa relazione del Policlinico Umberto I, dipartimento di chirurgia ‘Pietro Valdoni’ relativamente al periodo febbraio-giugno 2013. Ciò allo scopo di verificare se vi sia stato un picco delle infezioni ospedaliere nell’arco di quei mesi.

Infine, chiedo al dicastero di Viale Trastevere se saranno assunte iniziative, nell’ambito del SiVeAS – Sistema nazionale di Verifica e controllo sull’Assistenza Sanitaria – volte ad accertare adeguati livelli di sterilizzazione e sanificazione degli ambienti operatori e postoperatori presso il Policlinico Umberto I.

Qui il link all’interrogazione


Interrogazione sulla vicenda Renzi-Carrai. Che fine hanno fatto le indagini?

Come sapete a marzo 2014 si è appreso che l’attuale Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, quando era sindaco di Firenze, ha vissuto per quasi tre anni in un appartamento vicino a Palazzo Vecchio, e che l’affitto veniva pagato dal suo amico imprenditore Marco Carrai. Allora era stato aperto un fascicolo dalla PROCURA DI FIRENZE per fare luce sui rapporti tra l’ex sindaco e l’imprenditore e verificare se tra i due ci sia stato uno scambio di favori.

MARCO CARRAI, vicino a Comunione e Liberazione, in passato ha guidato la società Firenze parcheggi, partecipata dal Comune ed è oggi presidente di Aeroporti Firenze, grazie ad una nomina effettuata con il contributo sempre dell’amico sindaco Matteo Renzi e degli altri soci pubblici. Carrai risulta anche fondatore della fondazione Open (ex fondazione Big Bang che ha gestito le campagne elettorali di Renzi). La società C&T Crossmedia di cui è socio-presidente, inoltre, si è aggiudicata un servizio per visitare Palazzo Vecchio con la guida di un tablet.

L’episodio di scambio di favori fra politici e imprenditori non è nuovo nel panorama politico, come dimostra la vicenda Tremonti-Milanese in cui TREMONTI ha patteggiato una pena di 4 mesi di reclusione e una multa di 40 mila euro – dopo l’accusa di finanziamento illecito – perchè pare Milanese gli pagasse la casa.

Per questo ho chiesto con un’interrogazione parlamentare:
– se risulti vero che Marco Carrai pagasse l’affitto della casa del Presidente del Consiglio a Firenze;
– se il Presidente del Consiglio dei ministri sia attualmente indagato dalla procura di Firenze in merito al pagamento dell’affitto da parte di Marco Carrai e per quale ipotesi di reato.

Qui il testo dell'intera interrogazione


Elenco di tutte le mie 93 interrogazioni al Governo

A questo link trovate l’elenco di tutte le interrogazioni che ho fatto, come primo firmatario, al Governo.

Per visualizzare le interrogazioni scegliete il tipo: “a risposta orale”, “a risposta scritta” o “a risposta in commissione”

e poi selezionate “primo firmatario”


Interrogazione al Ministero della Giustizia. Non paga da 3 anni il Comune di Pescara

La legge n. 392 del 24 aprile 1941 dispone che ai Comuni sedi di Uffici giudiziari debba essere corrisposto dallo Stato un contributo annuo per tutte le spese necessarie per i locali ad uso degli Uffici giudiziari, nonché per le sedi distaccate di Pretura, comprese le spese per i registri e gli oggetti di cancelleria.

Come possiamo pretendere che la giustizia sia più celere ed efficiente se lo Stato non paga?

Il Ministero della Giustizia non ha corrisposto i rimborsi negli anni 2012 e 2013 (per un ammontare rispettivamente di 2.913.983,70 euro e 3.250.681,61 euro) e li ha corrisposti, solo parzialmente, nel 2011, con un ammanco di 1.759.276,55 euro.

Una domanda viene spontanea: perché il Comune di Pescara non ha avviato delle concrete azioni per ricevere tali pagamenti, considerato che Comune e Governo fanno parte dello stesso schieramento politico? Magari, con i pagamenti, avremmo impedito l’incredibile innalzamento delle tasse comunali operato dal Sindaco Alessandrini.

Qui trovate la mia interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia


Il PD di Renzi fa uscire 24 mafiosi, senza M5S potevano essere anche di più!

Oggi in Commissione Giustizia il Sottosegretario Cosimo Ferri ha risposto alla mia interrogazione n. 5-01897 (leggi il testo). Volevo conoscere a quanti mafiosi era stata applicata la “liberazione anticipata speciale” (decreto legge 146/2013) ove si prevede uno sconto del 40% di pena (75 giorni) per ogni anno di buona condotta, rispetto ai 45 giorni (sempre tanti) attuali.

Ebbene la risposta del sottosegretario è stata agghiacciante (leggi il testo)!

In 25 giorni – grazie all’indulto mascherato voluto dal PD di Renzi – sono usciti 24 mafiosi. Solo grazie al nostro intervento i mafiosi liberati sono solo 24, e chiediamo al Governo di indicare i nomi di questi soggetti. Siamo sconcertati dalla risposta all’interrogazione presentata al ministro Orlando.

La lotta alla mafia viene fatta solo a parole dai partiti, mentre con i fatti la politica di questo Governo fa la lotta a chi combatte la mafia.

Ne avevamo già avuto la prova con l’abbassamento delle pene nell’art. 416-ter relativo al voto di scambio politico-mafioso. Oggi sono in libertà almeno 24 mafiosi, condannati per 416-bis.

Chi sono? Questa domanda rimane ancora senza risposta. Noi abbiamo una sola linea politica nella lotta alla mafia, quella dei fatti concreti e senza leggi che favoriscano i mafiosi, opponendoci con forza ad ogni scambio politico mafioso.