Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare (atto n. 5-00959, leggi il testo completo) a sostegno dei lavoratori del cementificio di Scafa (Pescara) che stanno rischiando il posto di lavoro in seguito alla decisione di Italcementi di chiudere il proprio impianto a partire dal 31 gennaio 2014 anziché dal 2015, come precedentemente concordato con il Ministero del Lavoro.

L’azienda ha motivato l’anticipo della chiusura con il perdurare della crisi dell’intera filiera delle costruzioni che ha visto diminuire le proprie vendite di oltre il 50% negli ultimi dieci anni.

In evidente contraddizione con quanto asserito da Italcementi ci è parsa la notizia recente di un interessamento della ditta Toto Costruzioni Generali Spa alla realizzazione di un nuovo cementificio nei pressi di Bussi sul Tirino (Pescara), non molto distante da Scafa, mediante l’utilizzo di circa 50 milioni di euro di fondi pubblici destinati alla bonifica di quel territorio.

Tali fondi, inspiegabilmente congelati dal Commissario straordinario delegato all’emergenza socio-economico-ambientale del bacino del fiume Aterno, potrebbero dunque essere spesi per allestire un nuovo cementificio a soli venti chilometri da un altro cementificio in chiusura.

In merito alla vicenda, abbiamo chiesto l’intervento urgente del Governo non solo per tutelare i lavoratori del cementificio di Scafa, ma anche e soprattutto affinché le risorse economiche pubbliche non siano utilizzate per costruire un nuovo impianto inquinante, ma per realizzare uno sviluppo industriale e occupazionale della zona sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale.